sabato 14 maggio 2011

Prada Transformer - La quarta dimensione di Rem Koohlaas



"Se non sapete usare la terza dimensione, che sperimentate tutti i giorni, come sperate di capire la quarta?" (Albert Einstein)

Il mondo dei layer- commento "affioramenti dal basso"


“Ora la bellezza del termine affioramento è nel suggerire un processo di disvelamento al contrario". Come se il progetto si debba formare certo attraverso stratificazioni, ma invece che attraverso una modalità "dall'alto al basso" con una modalità dal "basso all'alto". Come un insieme di strati che affiorino, che emergano.” (tratto da “affioramenti”, Antonino Saggio, 2000)

Il termine “affiormaento” ci riporta all’archeologia che con la sovrapposizione interpreta l’evoluzione stessa della città e il sistema di reti che stratificano storicamente e socialmente lo spazio urbano.

Ma considerando l’ambito della cosiddetta “città informale”, notoriamente esempio di stratificazione dei layer delle necessità, possibilità e volontà personali capiamo come la logica“dal basso” generi essa stessa la città. Socialmente e fisicamente è questa la logica che lega l’uomo al territorio.

In questo contesto come si può progettare in funzione di una stratificazione futura lasciando lo spazio soggetto a possibili trasformazioni?

Alejandro Aravena interpreta questa trasformazione con il prototipo Elemental, un sistema di Vivienda social (residenze sociali) che è, scrive Domus, "una strategia di appropriazione del territorio che permette molteplici tattiche abitative differenti, evitando un ruolo predittivo e prescrittivo ma anzi lasciandosi manipolare dai suoi abitanti – indifferente alla permanenza della propria forma.Paradossalmente Alejandro Aravena progetta ARCHEOLOGIA ROVESCIATA, tracciando ora il sedime delle preesistenze sulle quali si appoggerà la vita, una traccia dura, che già adesso deve essere decifrata tra le prime ripitture, i sopralzi, gli ampliamenti.”

L'affiormamento proviene dal basso e si manifesta nel continuo cambiare della città, il concetto di personalizzazione, in questo progetto, trova un nuovo valore sociale.


mercoledì 27 aprile 2011

Recensione di "Odissea Digitale- un viaggio nel Mediterraneo"




"Odissea Digitale- un viaggio nel Mediterraneo" Ian+, Universale di architettura, La rivoluzione informatica, Testo e Immagine s.r.l. 2004

Cosa ha comportato l’incontro tra il digitale e l’architettura del Mediterraneo, quale è stata la reazione dei progettisti dell’Europa meridionale in questa fase storica, come l’information technology ha cambiato la rete di relazioni sociali, culturali ed economiche vecchia di millenni., una rete che si è sempre strutturata su una “navigazione” fisica e no, reale ed irreale, il Mediterraneo.

Un network di relazioni così antico non può che aver lasciato un imprinting comune molto radicato nel territorio e negli individui, e soprattutto nel sistema interattivo che li lega. Dalle diverse lingue, provenienti dalla stessa radice ma ibridate da processi di sovrapposizione storica, al legame con il mare, (“viviamo intorno ad un mare come rane intorno ad uno stagno” disse Socrate) fino alla profonda connessione con il territorio, scenario delle azioni antropiche.

Azioni che lasciano la terraferma , vettori che uniscono sponde e culture diverse sottoforma di rotte commerciali, campagne militari, migrazioni di ogni genere e di ogni epoca, informazioni. Un sincretismo culturale unico che ha portato alla formazione di città multietniche già molto prima che venisse coniato il termine e che ora vede nell’informazione il veicolo permette la conoscenza , interpreta i diversi layers e rappresenta “l’eredità di un territorio” e delle creature che hanno interagito con esso.

Con il retaggio spirituale con cui i Greci costruivano edifici sacri o gli Etruschi si rapportavano con il suolo, passando per villa Malaparte, gli architetti mediterranei contemporanei concepiscono la nuova urbanità con la forma della “Multicittà”, un ipertesto di sistemi in trasformazione ed in movimento, metamorfosi che nasce dai processi dinamici che assumono lo stesso valore del risultato,

attivando la logica regressiva della finestra digitale.La ricerca di codificare e di interpretare questa infinità di processi, siano essi reali, immaginari o iperreali avviene con la tecnica del collage e del Mapping , trova nei vuoti della mappa esistente un livello di intercomunicazione, individua zone ed interzone in cerca di un “EQUILIBRIO ATTIVO”.

Si introduce così il concetto di NEW ECOLOGY e di architettura come supporto di un “sistema di vita” che tutela il rinnovamento urbanistico e si basa sulle azioni. L’interzona è un tessuto in grado di regredire e cambiare totalmente la sua vocazione, adattandosi e seguendo il principio di AUTORGANIZZAZIONE.

L’edificio diviene uno spazio composto di diversi corpi che insieme compongono una totalità che, come insegna il “metodo della campionatura” continuano ad essere suscettibili ad ogni possibilità trasformativa (come i bit di un campionatore), Un collage infinito di dati da decontestualizzare e ricontestualizzare, frammenti in movimento di una memoria che trova le sue origini nel mito omerico e la sua espressione contemporanea nella autogenenerazione dello spazio, in grado di assorbire, come dice Francoise Roche, sulla sua stessa carne le trasformazioni future dell’edificio che è connessione biologica tra uomo e natura.

Difficile giudicare “chi tra i nuovi architetti digitali del Mediterraneo sia la nostra Penelope che tesse il giorno e sfila la notte, chi il proce occupatore, chi il mostro con un occhio solo, etc…” più facile è rivedere nelle loro architetture quella sovrapposizione di paesaggi ed azioni che si portano dentro , dalla pietra gigantesca che solo Polifemo poteva spostare per chiudere la sua spelonca fino al talamo nuziale di Odisseo e Penelope che il laertide intagliò in un imponente ulivo ancora radicato nel terreno della sua amata Itaca e intorno al quale costruì la sua casa.

“Dentro il recinto un olivo sorgeva di fronde

fitte,fiorente:sembrava il suo tronco

una grossa colonna:intorno ad esso il talamo feci

con pietre connesse,e lo coprii di buon tetto,

porte ben salde vi posi con forti battenti.

Quindi la chioma recisi allolivo frondoso,

ne sgrossai su dal ceppo parte del tronco,

lo piallai tutto intorno col bronzo

attento e con arte,lo feci diritto

a filo di squadra;per tanto un piede ne feci

di letto,e tutto forai col trivello;

il letto poi incominciai,finchè lo finii”

sabato 9 aprile 2011

Nuove Sostanze - Il "luogo" svanisce

“L'architettura guarda alla natura insieme alla scienza e cerca nel difficile, nel complesso, nel tormentato, nell'apparentemente caotico nuove strutture per il suo farsi.(tratto da "Nuove sostanze. L'informatica e il rinnovamento dell'architettura."di Antonino Saggio,2000. Leggi l'articolo)

Questo atteggiamento dell’architettura della nostra epoca deriva profondamente dal cambio del concetto di luogo, non più associabile ad una funziona, ad un orario, a relazioni standardizzate.

La definizione “industriale” di luogo muta così come il suo spazio che sfuma lasciando posto ad un paesaggio discontinuo privo di un contorno definito.

Un processo che mira sempre più a decaratterizzare il luogo come funzione e a caratterizzarlo per altre qualità, la funzionalità è scontata. Lo spazio si conforma attingendo ad archetipi spaziali come il labirinto, la stanza degli specchi, etc…

“è un edificio che non rappresenta niente, ma un niente spettacolare”. Questo dicono Diller e Scofido parlando del loro “Blur Building” ossia il padiglione espositivo temporaneo Blur sul lago Neuchâtel a Yverdon-les-bains.

Questa tensegrity sospesa a 15 metri trasforma l’acqua del lago in vapore facendo sì che l’edificio assomigli ad una nuvola. Questo luogo senza forma non è mai uguale perchè dalla natura trae colori, riflessi, movimento. I sensori regolano questa gigantesca scenografia dove vanisce l’interno e svanisce l’esterno, concetti ormai incompatibili con questo spazio sistema.

Si cerca un’interazione più profonda tra uomo e edificio, ciò che domina è l’esperienza dello spazio, I sensi sono il tramite con questo paesaggio caratterizzato da tre elementi: l’informazione, l’interattività e la natura.

La struttura del padiglione, ripetutasi ciclicamente nel corso della storia, spesso come manifesto della modernità contemporanea,come era stato il Crystal Palace nel 1851, trova nell'opera di Diller e Scofidio l'interpretazione dell'epoca informatica. I materiali "moderni" come il vetro e l'acciaio, frutto della produzione seriale ottocentesca, lasciano spazio qui ad una materialità fatta di natura effimera. La scienza e la natura non viaggiano più antiteticamente, ma entrambe plasmano il luogo, la cui esperienza è sempre diversa e sorprendente.

Per approfondimenti "Diller + Scofidio - Il teatro della dissolvenza, Antonello Marotta, della collana ITRevolution in architecture".Qui la prefazione di Antonino Saggio


giovedì 7 aprile 2011

Effetto Cèzanne?

Questa opera è di un giovane artista di Shangai che si chiama Yang Yongliang. Le sue riproduzioni digitali di paesaggi (daily.wired.it dice "apocalittici") che si rifanno alla tradizione delle stampe Shan Shui, che hanno profondo significato filosofico religioso.
Cyberpunk o no, quando in classe si parlava del salto verso la modernità e di come il paesaggio vecchio venisse rappresentato con un occhio moderno mi è venuto in mente questo artista, casualmente conosciuto nel web.
Il suo professore è stato Yang Yang, cattedratico di arte tradizionale cinese all'università di Hong Kong.

giovedì 24 marzo 2011

Commento lezione III 2011-sull'interattività


Già nel 1986 Toyo Ito eresse la sua “cattedrale” moderna, trasformando una vecchia torre dell’acqua nella città di Yokohama. Così una anonima costruzione di una ventina di metri veniva trasformata in un forte segno urbano capace di interagire con la città 24 ore al giorno. La luce, qui completamente epurata del suo valore funzionale ed “igienico” che aveva nell’era della macchina diviene l’elemento fondamentale di questo edificio. Giorno o notte non sono più scanditi dalle logiche lavorative, non hanno più gerarchie: il tessuto della città è vivo a qualsiasi ora e questa architettura di luce ne era la testimonianza. Superfici riflettenti e due COMPUTER erano in grado di gestire l’irradiazione luminosa delle sorgenti,analizzando ed interpretando le condizioni atmosferiche, la velocità del vento , etc… L’edifio reagisce, pulsa come il mondo con cui si relaziona, in continua trasformazione.

Dalla città, concepita come scenario con il quale relazionarsi in maniera interattiva, con il tempo il protagonista della relazione è diventato l’individuo. L’individuo con la sua soggettività e carico emotivo è ciò con cui si relaziona l’architettura di questa epoca. Tutto ciò può essere architettura. Lo spazio che abbiamo intorno può muoversi ? Conoscerci? O addirittura pensare a noi?

Il titolo del progetto fa riferimento a 'Hylozoism', l'antica credenza che in tutta la materia ci sia vita. Hylozoic Ground offre la visione di una nuova architettura in grado di interagire. L'ambiente Hylozoic a terra può essere descritto come un geotessile sospeso che si espande progressivamente su un terreno ibrido con stomoli provenienti da suoi dintorni. L'intelligenza delle macchine consente l'interazione umana per far scattare la respirazione, la deglutizione e scambi metabolici. Aria, umidità vengono pompate sino alla dispersione della materia organica attraverso le membrane filtranti Hylozoic. Sebbene in forma di istallazione temporanea queste tecnologie formano un filtro interattivo intorno a noi e reagiscono verso di noi come individui.Qui il video


mercoledì 23 marzo 2011

Commento lezione I 2011

Oggetto della discordia nella mitologia pagana e del peccato nel Vecchio Testamento, la mela diviene con Alvin Toffler l’oggetto per comprendere la nostra epoca: l’epoca dell’informazione. La mela non è che il risultato di un processo che iniziò (come ci hanno insegnato alle elementari) con la caduta casuale di un seme nel terreno e che , facendola molto semplice, portò alla nascita dell’agricoltura e la fine del nomadismo umano.

Per produrre una mela entrano così in gioco alcuni concetti, LA TERRA, LAVORO e l’INFORMAZIONE che in questa fase storica, quella agricola appunto, ha pressocchè nessuna importanza. Dalle piccole comunità agricole di 10000 anni fa, si passa ai grandi possedimenti terrieri e la terra diviene il bene che struttura l’economia,

Così nel 1800, dopo quasi dodici millenni di ancient regime, avviene l’ affermazione sociale della borghesia e con se l’inizio dell’era della MACCHINA. Le scoperte scientifiche e il processo industriale fanno sì che la manodopera umana perda di valore; la fabbrica è ora il bene che governa l’economia, ai nobili possidenti terrieri si sostituiscono gli industriali. La generazione della “seconda” mela porta con se una crescita dell’informazione dovuta alla minore importanza della terra e della manodopera a favore di un lavoro indirizzato a nuovi settori.

La nostra mela è la “terza”, e lo è più o meno dalla fine della seconda Guerra mondiale. La nostra epoca è quella del terzo avanzamento della storia umana, “LA TERZA ONDATA” come la chiama Toffler è l’era dell’informazione.

Il processo produttivo della “terza mela” è quasi totalmente espresso nell’informazione e risponde sempre più alle richieste dell’utente che da “consumer” diviene “presumer”.

Ora, pensando ad entrambe le epoche che hanno generato le prime due mele possiamo immaginarci un paesaggio ben definito: il campo, il grande terreno arato piuttosto che la fabbrica, le vie buie dei racconti di Dickens, etc… ma quale è il paesaggio della nostra epoca? Non c’è, l’informazione non ha materialità, in qualsiasi luogo possiamo dare e ricevere informazioni.

C’è un “terzo luogo”?

Il paesaggista e teorico francese Gilles Clement definisce fra I principi cardine del suo lavoro “IL TERZO PAESAGGIO” ossia la definizione di un “terreno” residuo, frutto del collasso del paesaggio rurale e di quello industriale. Questi spazi interstiziali e no sono ricchi di biodiversità e destinati ad uno sviluppo spontaneo compongono, secondo Clement, “IL GIARDINO PLANETARIO”, dove tutto è interdipendente, uomini, animali e natura e dove ogni gesto si ripercuote nell’armonia e nella dissonanza dell’insieme...



lunedì 27 luglio 2009

domenica 14 giugno 2009

sabato 13 giugno 2009

martedì 2 giugno 2009

venerdì 22 maggio 2009

...Partnership...Volume II

http://www.psms.roma.it/

Mercoledì 13 maggio sono stato ricevuto dall'ingegner Claudio Nelli presso gli uffici della direzione del VII municipio in via Capitan Bavastro 94.
Dopo aver esposto il progetto riguardo la mobilità sostenibile inerente il VI municipio sono stato informato dell'esistenza del PSMS (piano strategico per la mobilità sostenibile) promosso dal comune di Roma e coordinato proprio dal VII municipio. L'ingegnere si è dimostrato interessato al progetto e mi ha invitato a lasciare gli elaborati del progetto poichè vengano visionati dai tecnici del piano in grado di fornirmi informazioni più dettagliate.
Il giorno 19 maggio ho ricevuto una mail del signor Alessandro Ferri,funzionario dell'Assessorato alle Politiche della Mobilità che per pianificare un incontro con alcuni referenti del Comune di Roma...
A breve gli aggiornamenti...
CONTINUA...



domenica 26 aprile 2009

...coming soon...Partnership













L'IDEA:
Dedicato a farti muovere

Un giorno Dean Kamen vide un giovane uomo su una sedia a rotelle che lottava per salire su un marciapiede. Pensando a questo, realizzò che il problema non era la sedia a rotelle inefficace, ma il fatto che il mondo era costruito per le persone che possono stare in equilibrio. Così, insieme alla sua squadra, creò l' Independence IBOT™ Mobility System, un mezzo di mobilità auto-bilanciato, che permette agli utilizzatori di salire le scale e andare sulla sabbia, le rocce ed i marciapiedi. Ma il metterli in bilanciamento ha fatto una cosa ancora più particolare - li ha alzati su due ruote, così che loro possano vedere il mondo ad altezza d'uomo. Se la tecnologia di bilanciamento ha potuto permettere dei così grandi benefici alle persone che non possono camminare, cosa potrebbe fare per le persone con una piena mobilità?
Per le persone con piena mobilità, usare una macchina bilanciata può dare possibilità di vasta portata. Di fatto, il progetto industriale è un ripensamento. Tuttavia abbiamo ricominciato dall'inizio perchè il progetto del Segway PT è integrante al modo in cui funziona. E' stata aggiunta una programmazione informatica sofisticata, l'elettronica ed i sistemi di guida sono stati evoluti, e Dean ha scelto i partners giusti—non solo gli investitori con i soldi, ma persone favorevoli ad investire in questa visione.
Così Segway PT intraprese una sua vita. Fu fondata una nuova azienda e fornitori esteri, che avrebbero avuto un ruolo integrale attraverso il processo di sviluppo, furono presi a bordo. Così il Segway PT iniziò ad evolversi, spaziando dalla creatività al desiderio di costruire qualcosa che potesse fare la differenza.
La nostra ispirazione per il nome Segway deriva dalla parola segue, che è definita come " cambiamento senza intoppi da uno stato ad un altro". Il Segway PT trasforma una persona in un pedone potenziato, permettendogli/le di andare più lontano, muoversi più velocemente e portare più carico.
Ne deriva l'odierno Segway PT – Simply moving.
(tratto da http://www.segway.it/):

PERCHE' SCEGLIERE SEGWAY(secondo l'azienda):

"Il Segway® Personal Transporter (PT), facile da imparare, è uno strumento di grande resa per le aziende. Studi di fattibilità analizzati dai clienti, hanno mostrato forti aumenti di produttività. Rende i lavoratori più veloci, permettendo loro di percorrere più strada in meno tempo. Aumenta la loro capacità di carico, riducendo lo sforzo che deriva da lavori ripetitivi ed il costo per gli infortuni sul lavoro. Con l'agilità del Segway PT si può manovrare in piccoli spazi. Le aziende possono così evitare l'uso dei veicoli a benzina, ed i costi di funzionamento e mantenimento che ne derivano.
Diventa più riconoscibile
Il Segway PT è inconfondibile. La sicurezza che emana, è un effettivo deterrente, e nulla è più distinguibile di una guardia di sicurezza su un Segway PT. I guidatori sono più alti di 20 cm e pertanto maggiormente visibili e con la possibilità di avere una migliore visuale nei parcheggi o nei villaggi turistici.
Sempre più organizzazioni di sicurezza nel mondo hanno imparato come il Segway PT giovi ai pattugliamenti di sicurezza dei campus e dei centri commerciali, permettendo agli agenti di essere più visibili e reagire più velocemente a situazioni di reato ed alle emergenze.
Bassi costi di funzionamento
Il Segway PT non ha bisogno di benzina, perchè funziona con batterie a facile carica, con costi di funzionamento di qualche centesimo al giorno. Le batterie possono essere ricaricate utilizzando qualunque presa da 90 a 260 volt e da 50 a 60 Hz AC (utilizzate in quasi tutte le nazioni). Per un ciclo completo di ricarica occorrono da otto a dieci ore, circa il costo di un quotidiano.
Uno strumento affidabile, duraturo
Un altro attributo che fa del Segway PT uno strumento di produttività, è l'affidabilità. Facendo leva su vent'anni di innovazioni scientifiche, è stato ampiamente testato e progettato per funzionare in quasi tutte le condizioni ambientali in cui l'utente si può trovare. E' stato progettato con meticolosità per non avere praticamente bisogno di manutenzione, con conseguenti risparmi. Guarda tu stesso il valore dell'aumentata efficienza utilizzando il nostro calcolatore di produttività per determinare il ritorno dell'investimento."
(tratto da http://www.segway.it/)

SEGWAY e CMC:

Il CMC- centro di cultura metropolitana- è il fulcro del sistema di percorsi ecologici che interessa tutta la zona urbana di Torpignattara e che caratterizzano il progetto stesso entrandovi all'interno e trasformando il suo spazio. Proprio per l'interesse al rapporto con il territorio e con la sua fruizione nasce l'idea del CMC, dove la SUBCULTURA tipiche delle periferie diventa CULTURA, dove l'arte in tutte le sue espressioni viene messa in un nuova luce, rapportandocisi in maniera attiva e passiva in sella al proprio mezzo ecologico. Gli itinerari legati al territorio vengono, all'interno del CMC, investiti da molteplici attività, nell'ambito della mixitè. Il SEGWAY gestisce il percorso delle INFRASTRUTTURE, che collega ecologicamente le fermate dei mezzi pubblici all'interno della zona di Torpignattara mente il percorso del VERDE, delinea i tre itinerari verso i tre grandi parchi limitrofi al quartiere.


-Ecco la prima mail da me inviata all' ingegner Leo Brancatelli, consulente per l'importazione di SEGWAY ITALIA ( http://www.blogger.com/www.segway.it ) e presidente di SEGWAY EXPERIENCE ( http://www.segwayexperience.it/ ):

"Buonasera, mi chiamo Umberto Di Tanna e studio architettura all'università di Roma la Sapienza. Vi contatto nell'ambito di una mia esperienza progettuale che mi appresto ad intraprendere in UrbanVoids che è un progetto collaborativo offerto alla città di Roma e ai suoi abitanti dalla Università degli Studi La Sapienza Facoltà Ludovico Quaroni dal Laboratorio IVd del prof. Antonino Saggio Lo scopo del lavoro è attivare azioni progettuali “dal basso” che abbiano interesse sia dal punto di vista del programma sociale che da quello della sostenibilità ambientale. All'interno di questo grande progetto il mio interesse si è concentrato sullo studio di percorsi sostenibili ed ecologici nell'ambito del VI municipio di Roma e soprattutto sull'uso del SEGWAY che vorrei utilizzare come mezzo primario di spostamento, sia come collegamento tra le infrastrutture del territorio, sia come esempio di mobilità ecologica e sostenibile. Vi chiedo gentilmente di potervi fare alcune domande magari in una vostra sede romana o anche tramite web e di potervi citare come partner nel mio progetto. Non vi è nessuno scopo speculativo o commerciale ma solamente il desiderio di poter comunicare ai cittadini (sempre nel mio piccolo) la fattibilità di un'esperienza sostenibile che li coinvolga facendo conoscere il vostro straordinario mezzo di trasporto. Il mio lavoro sarà solo un'esperienza teorica e di sensibilizzazione."

Grazie per il tempo dedicatomi e per la vostra disponibilità

Cordiali saluti Umberto Di Tanna


-L'ingegner Brancatelli si è dimostrato gentilissimo e interessato alla mia idea e nella seconda mail gli ho spiegato meglio in cosa consiste:

"Il mio desiderio sarebbe quello di poterle fare una breve intervista sul SEGWAY in generale e sul suo utilizzo nell'ambito del mio progetto, che sarà pubblicata sul mio blog http://www.umbertoditanna.blogspot.com/, dove intendo citare la vostra azienda come partner di progetto. Io e due miei colleghi abbiamo scelto il quartiere di Torpignattara in Roma come esperimento pilota per una riqualificazione ecologica (sempre all'interno del laboratorio di progettazione IVd del professor Antonino Saggio http://www.arc1.uniroma1.it/saggio/)e, mentre il loro interesse si è centrato sul tema del reciclo, il mio sui collegamenti sostenibili. Ho definito due percorsi: uno che collega le aree verdi della zona ed uno le infrastrutture che intenderei gestire con il SEGWAY. La mia idea sarebbe quella di attrezzare le fermate limitrofe alla zona di studio con postazioni dove il Segway può essere preso, utilizzato all'interno dei percorsi del quartiere per raggiungere un altra infrastruttura, fornendo un servizio ecologico e pubblico alla cittadinanza. Queste postazioni avranno un sistema di ricarico fotovoltaico per le batterie dei mezzi e all'interno dei percorsi che toccano i nostri tre URBANVOIDS(aree di progettoche si chiamano CMC, eMit e Re-Place, sistemi adibiti alla sostituzione delle batterie. La mia idea (sempre progettuale e quindi teorica) sarebbe quella di una collaborazione tra la vostra azienda e l'assessorato alla mobilità del comune di Roma che ho contattato e da cui attendo una risposta. Le allego un piccolo elaborato descrittivo per il sistema sopracitato aspettando un suo parere. Attendo una sua risposta per definire insieme le modalità e la sede dell'intervista."
La ringrazio di nuovo per la disponibilità e per il tempo che mi dedicatomi

Cordiali saluti Umberto


-In attesa di poter effettuare l'intervista quando egl i sarà a Roma, l'ingegner Brancatelli mi ha autorizzato a citare la sua azienda come partner progettuale nell'ambito del nostro progetto urbano.

MOBILITA' ECOLOGICA

-Ecco un'intervista che ho trovato sul web che vede la presenza del SEGWAY nella nostra città nell'ambito di un'iniziativa ecologica promossa dalla vecchia giunta del comune:


Intervista all'assessore all' ambiente Esposito: "Esistono alternative concrete all'auto". Alla Festa di Primavera, fino a domenica 17, presentazione di veicoli elettrici a due ruote per una mobilità sostenibileLa Festa di Primavera: fino a domenica 17 a Piazza del Popolo
Andrea De VitoRoma, 15 aprile 2005

"Monopattini elettrici che attraversano Piazza del Popolo catturando la curiosità dei passanti.
Biciclette elettriche che sfrecciano lungo la salita del Pincio facendo slalom tra i turisti.Mezzi ecologici che, sfruttando l'energia elettrica, dimostrano come la benzina non sia l'unica fonte di alimentazione del trasporto.Non è il set di un film di fantascienza ambientato nella Città Eterna, ne la realizzazione di un avveniristico spot pubblicitario, ma la prova che il futuro è più vicino di quanto si pensi.La terza edizione della Festa di Primavera è lo sfondo che si può ammirare dal Pincio da venerdì 15 fino a domenica 17: l'evento, patrocinato dall' assessorato all'Ambiente del Comune con la partecipazione di Legambiente Lazio e di Nuova Associazione di Via Vittoria, è una autentica vetrina per quella che gli addetti ai lavori definiscono "mobilità sostenibile".E' qui, tra via del Corso e Piazza del Popolo che prende forma la più grande esposizione di auto, scooter e biciclette elettriche della città. Un'occasione per vedere da vicino e toccare con mano i più avanzati modelli di trasporto alternativo: dalle biciclette con un motore a batteria che garantisce la "pedalata assistita" fino al "trasportatore umano" della Segway, una pedana con manubrio e due ruote, a metà strada tra una biga e un grosso monopattino con cui spostarsi sfruttando il movimento oscillatorio del corpo.In pratica "diavolerie tecnologiche" al servizio dei bisogni umani.Ad ammirare questi futuristici mezzi di trasporto c'è anche Dario Esposito, assessore all'ambiente del Comune di Roma.Assessore che contributo potrebbero dare questi veicoli alla lotta contro l'inquinamento?"Un contributo importante. Stiamo attuando un programma per diffondere le diverse opportunità della mobilità alternativa. Speriamo che sia sempre meno alternativa e sia invece concreta. Vogliamo dimostrare come sia possibile, magari con una bicicletta a pedalata assistita, raggiungere la metropolitana, lasciando lì in sicurezza il mezzo. Credo che sia un sistema in grado di coinvolgere tanti cittadini romani: non solo per combattere l'inquinamento ma anche perchè può diventare un veicolo più veloce rispetto all'idea di restare incolonnati per ore in macchina". Quando potrebbe essere realizzabile questa soluzione alternativa della mobilità?"Dipenderà da diversi fattori. Prima di tutto dalla voglia dei romani di sperimentare. Vedo sempre più biciclette in giro. Ma anche noi dobbiamo dare gli strumenti, realizzando piste ciclabili e parcheggi all'interno delle metropolitane e delle ferrovie. E c'è soprattutto un aspetto da considerare: ogni volta che si fa una gara nel centro storico tra l'auto, il mezzo pubblico e la bicicletta, quest'ultima è sempre quella più veloce, oltre ad essere il mezzo più flessibile e senza problemi di parcheggio. Abbinare la bici e la metropolitana diventa un'alternativa reale all'auto. I cittadini ci chiedono di muoversi meglio e con tempi certi".Parliamo allora di inquinamento. Dopo la fine dei giovedì a targhe alterne com'è la situazione a Roma?"In questo periodo dell'anno i livelli diminuiscono anche perchè si spengono le caldaie. Stiamo valutando i risultati di quest'esperienza per verificare come continuare l'iniziativa. Sappiamo che vale molto di più portare qualche migliaio di persone a lasciare l'auto per la bici piuttosto che fare provvedimenti emergenziali che danno respiro solo per qualche ora. L'importante è intervenire quando ci sono i superamenti ma soprattutto fare in modo che quest'ultimi non ci siano".Anche autobus e motorini dovranno adeguarsi a regole antinquinamento. Come?"Per i mezzi pubblici stiamo lavorando in maniera consistente. L'esperienza del filobus è stata innegabilmente un successo. L'impegno è di dotare l'Atac di mezzi a metano con l'arrivo di 400 mezzi per i prossimi mesi. Per quanto riguarda i motorini invece siamo ancora in attesa dei famosi finanziamenti promessi sia dal governo sia dall'ex giunta Storace. Riteniamo che siano necessari per arrivare a tecnologie meno inquinanti almeno degli Euro 2".A quando un centro storico pedonalizzato?"L'impegno è che entro il 2015 l'intero centro storico della città sia dedicato solo alla mobilità sostenibile. Con la realizzazione delle linee della metropolitana credo che questo sarà possibile. L'automobile non potrà scomparire da Roma almeno per parecchio tempo. Però se daremo un'alternativa vera ai romani io sono convinti che molti la sceglieranno".Secondo Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, "l'elettrico è una realtà già sperimentata" e dunque concreta. Ma a preoccuparlo è ancora una volta l'inquinamento: "E' stata sfiorata la soglia dei 50 giorni di superamento delle polveri sottili. Non è vero che l'emergenza non è legata all'inverno". E sulla proposta avanzata da Legambiente delle nuove ztl spiega: "Il problema delle identificazione delle aree è legata ai servizi pubblici e alle corsie protette. Matteo Costantini, presidente dell'Associazione via Vittoria suggerisce invece di costituire un ufficio per l'elettrico "che serva a coordinare le politiche sui vari settori del trasporto. Ma resta anche il problema delle colonnine per le ricariche. Chi acquista un veicolo elettrico deve avere la certezza di ricaricare. Infine chiediamo un tavolo per le autorizzazioni dei veicoli elettrici".Il neo consigliere alla Regione Mario Di Carlo, dopo aver sperimentato il monopattino elettrico, commenta così l'uso dei mezzi di trasporto sostenibile: "Questo è esattamente quello che intendevo quando parlavo di energia. E' un settore - sorride - che presumo di conoscere bene". Intanto bici e monopattini elettrici mostrano il meglio di se negli stand allestiti a Piazza de Popolo: da quelle con telaio in alluminio con cambio fino a 6 velocità, ai modelli pieghevoli fino ai tricicli elettrici con tanto di bagagliaio. In comune hanno una batteria la cui durata può arrivare fino a 7 ore."Ma il vero problema - spiegano gli addetti - è l'autonomia delle ricariche. In pianura si arriva a fare fino a 35 km". I prezzi delle due ruote a pedalata assistita variano dai 335 euro fino ai mille: a fare la differenza, su alcune, è soprattutto la presenza di un "turbo", ovvero un meccanismo che attivato attraverso un pulsante sul manubrio permette improvvise accelerazioni utili soprattutto nei sorpassi. I clienti sono in particolare lavoratori che si spostano da casa a ufficio coprendo un percorso fino a 15 km. Discorso diverso per il monopattino elettrico. Il "Segway Human Transporter" è un mezzo di trasporto alternativo da 5 cavalli per ruota. E' stato pensato per brevi distanze ed offre un'autonomia di circa 20 km, capace di sostenere un peso fino a 120 kg. Il suo costo è di 6000 euro (compreso un breve corso di spiegazioni). Ma al momento il ministero dei Trasporti lo equipara ad un normale pedone."

-Come detto al disponibile Leo Brancatelli la mia richiesta di partnership è arrivata anche all'assessorato alla mobilità del comune di Roma. Meno veloci nella risposta ma altrettanto disponibili sono disposti a ricevermi nella prossima settimana per permettermi di intervistare l'ingegner Claudio Nelli, che potrà fornirmi l'aiuto necessario per il mio progetto.


A breve ci saranno aggiornamenti...

CONTINUA...

mercoledì 8 aprile 2009